Chiara Savoi
Sabato 28 Gennaio 2023 ore 21.30
di Giovanni De Rubertis e Stefano Tigli
con Matteo Casamonti e Miriam Forconi
Musica di Angela Maggi e Stefano Tigli
Nel tempo la leggenda vuole che questo velenosia stato sospettato di aver avvelenato molti personaggi illustri come, per esempio, W.A. Mozart.

Così come possiamo sollevare qualche dubbio sulla certezza che tutte le acquirenti della sua acqua, la adoperassero al solo scopo di salvarsi la vita. Probabilmente, quando la reputazione dell’Acqua Tofana crebbe e molte nobili signore se la “accattarono”, il fine non era così “nobile” come il loro rango richiedeva, ma molto più utilitaristico: togliere di mezzo ante tempo un ricco marito, accaparrandosene l’eredità.
A noi comunque piace pensare che sia stata un’eroina anche se, nel dipanarsi della nostra narrazione teatrale, lasciamo lo spettatore libero di farsi un’idea personale. Dalla nostra versione degli accadimenti nasce la stesura teatrale, che vede Giulia l’Avvelenatrice attendere, in una cella di Castel Sant’Angelo, il sorgere dell’alba, quando verrà portata al patibolo per essere giustiziata.
La donna utilizza gli attimi che le rimangono per raccontare ai presenti la sua storia: dalla nascita e infanzia a Palermo, nel povero quartiere della Khalsa, dove una volta cresciuta eserciterà la professione di prostituta e
dove tramanderà le conoscenze della madre, abile utilizzatrice di erbe e sostanze di ogni tipo a scopo sia terapeutico che non. Con padronanza creerà il potente veleno che ucciderà prima il marito violento e poi gli uomini di altre donne disperate a Palermo (non dimentichiamo che a quei tempi la femmina era considerata al pari di un animale, se non peggio). Verrà scoperta e sarà costretta a fuggire in fretta e furia a Roma, aiutata da un religioso – Frate Nicodemo –e là, nella città eterna, riprenderà a vendere il suo veleno, ancora con l’intento umanitario di sollevare popolane e nobildonne da uno status di violenta sudditanza da parte degli uomini.
L’ultima cliente le sarà fatale e non riuscirà per la seconda volta a scappare, ma verrà imprigionata per venire giustiziata. Ma ci arriverà al patibolo? …oppure troverà un modo di sfuggire al boia?
Lo spettatore lo scoprirà alla fine del monologo, con il quale la donna ripercorre, raccontandoli al pubblico (ma anche a sé stessa), i momenti salienti della propria esistenza.
Durante lo spettacolo alcuni personaggi resi volutamente anonimi da una maschera, faranno da contorno al monologo, entrando ed uscendo di scena.
La narrazione è intervallata (ed in alcuni punti sottolineata) da canzoni e musiche, per la maggior parte composte appositamente per lo spettacolo, che saranno cantate e suonate– ove possibile – dal vivo con pianoforte, chitarra acustica e violino.
Il finale è volutamente lasciato in sospeso in uno scontro soprannaturale tra il bene ed il male rappresentati da un l’angelo ed un diavolo, intenti a contendersi l’anima della nostra bella Giulia Tofana.
Chi la spunterà?
Teatro Regina Margherita